Il recente rapporto dell’ISPRA "Il consumo del suolo in Italia" (Edizione 2014) definisce il fenomeno come associato alla “perdita di una risorsa ambientale fondamentale, dovuta all'occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale” e rimarca il fatto che “l’espansione urbana riguarda spesso i terreni più fertili, ad esempio quelli delle pianure alluvionali”.
Le stime a livello nazionale, derivanti dai dati della rete di monitoraggio predisposta da ISPRA e dalle ARPA delle Regioni, quantificano un consumo medio di suolo pari a circa 70 ettari al giorno occorso negli ultimi venti anni. In tale rapporto, tuttavia, e più in generale quando si legge del consumo del suolo e degli incrementi di superfici urbanizzate e impermeabilizzate, non viene mai fatto riferimento alla “qualità” dei suoli consumati e alle perdite di capacità produttive potenziali.
Questo dato può essere efficacemente desunto rapportando le superfici occupate dai manufatti e dalle infrastrutture antropiche alle classi di capacità d’uso dei suoli, attraverso l’analisi delle trasformazioni d’uso del territorio con aerofotogrammetria di vari anni e cartografie pedologiche aggiornate.
La recente “Carta delle unità delle Terre e della Capacità d’uso dei suoli” (RAS, 2014), attualmente realizzata per alcune aree pilota dell’Isola, sulla base di criteri e metodi standardizzati (quindi ampiamente estendibili per un completamento dell’intero territorio regionale), renderà possibile una valutazione preventiva della risorsa suolo potenzialmente a rischio di consumo irreversibile in Sardegna per effetto dell’espansione urbana-infrastrutturale e dell’antropizzazione turistico-residenziale nelle aree ad elevata valenza agricolo-produttiva.
Ad esempio, attraverso una valutazione del consumo di suoli nell'arco degli ultimi sessant'anni, si illustra l’applicazione del metodo alle piane agricole afferenti ai comuni di S. Vito, Muravera e Villaputzu in quanto caratterizzate da specificità colturali e agrarie di assoluto rilievo in ambito regionale, oltre che da suoli a elevata capacità d’uso costituenti una risorsa importante per l’economia l’Isola e, pertanto, meritevole della massima tutela e conservazione.
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